8 febbraio 2010

Al di là di ogni ragionevole pregiudizio



Santha Rama Rau, scrittrice e agente diplomatico anglo-indiana recentemente scomparsa, è l’autrice dell’adattamento teatrale di A Passage to India, il romanzo che Edward Morgan Forster pubblicò nel 1924 prima di dedicarsi ad altri generi letterari. L’autore stesso approvò la versione drammaturgica, che debuttò a Londra nel 1960 ed ebbe un buon successo anche negli Stati Uniti. Come molti altri testi di Forster, Passaggio in India ha avuto anche una fortunata trasposizione cinematografica, questa non particolarmente gradita allo scrittore, diretta da David Lean nel 1984.
Federico Tiezzi, che dal romanzo ricavò una serie di letture radiofoniche trasmesse alcuni anni fa, ha lavorato sul testo di Santha Rama Rau cercando di non tradire la componente di ambiguità presente nell’originale.
In una periferica cittadina di uno stato settentrionale, nella casa di Mr. Fielding, un professore inglese dalle idee liberali, si incontrano il medico indiano Aziz, onesto e rispettabile, e due donne inglesi, benestanti e desiderose di conoscere l’India, Mrs Moore e la futura nuora, Miss Quested. Durante un’escursione alle grotte Malabar organizzata dal medico, Miss Quested si convince di essere stata aggredita e denuncia il Dr. Aziz. Il governatorato britannico si muove immediatamente per condannare l’uomo ma sotto processo la giovane ritratta la sua accusa, scagionandolo. La vicenda è il segnale di un’integrazione ancora prematura, e perfino l’amicizia tra Mr. Fielding e Dr. Aziz, che credevano in una possibile convivenza amichevole tra i due popoli, ne esce compromessa.

Nella linea delle sue ultime regie, Tiezzi sceglie una messinscena decisamente scarica, ma esteticamente impeccabile. In un montaggio scenico basato sulle interruzioni di luce,
gigantesche bandiere, carte geopolitiche dell’Impero, proiezioni video dell’India di oggi in slow motion, arredi in stile e colorati tendaggi disegnano gli spazi dell’azione (la casa di Mr. Fielding, le grotte, il circolo inglese e l’aula di tribunale) nei due tempi dello spettacolo. L’immersione nell’India al tempo del regime coloniale (pur con qualche aggiornamento) è completata dai sofisticati costumi e dalle musiche dal vivo suonate da un sitar e un surbahar, i due strumenti della musica classica indiana più conosciuti in Occidente, ma caratteristici della zona settentrionale.
Tutto il resto è nelle mani del cast, com’è naturale, potendo Tiezzi contare su attori come Giulia Lazzarini e Sandro Lombardi. La prima dà a Mrs. Moore una voce sofferente e inquieta, il secondo interpreta l’onesto e signorile Mr. Fielding con incedere sicuro e a tratti sopra le righe. Ma l’intera compagnia è assolutamente convincente per tonalità e misura: Massimo Verdastro tratteggia con genio caricaturale la figura dell’indecifrabile Professor Godbole, assistente indiano di Fielding; Debora Zuin è a suo agio nella parte dell’evanescente e smaniosa Miss Quested (si noti il dettaglio onomastico: in inglese to quest vuol dire andare in cerca); e soprattutto Graziano Piazza, che disegna un Aziz la cui mite e fiduciosa verecondia, accompagnata da un’inflessione comica molto ben calibrata, si trasforma dopo l’umiliante accusa in un contegno sdegnoso carico di orgoglio ferito.
Il problema dello scontro di culture si avverte, ma come detto Tiezzi lascia che l’India, con i suoi attraenti misteri, sia il vero reagente della situazione. E Mrs. Moore è l’unica che sembra aver compreso quanto abbia pesato il non-detto, il sacro e l’enigma di una nazione nell’allucinazione di Miss Quested. La chiave del dramma sta proprio nel doppio significato della parola suggestione: da un parte la fascinazione subita dalla giovane inglese, dall’altra il pregiudizio che la induce a una facile razionalizzazione.
Arriva inaspettata ma colpisce piacevolmente la coreografia che conclude lo spettacolo: tutta la compagnia danza al ritmo di un brano del genere indian hip-hop, in puro stile Bollywood.

Due ore di spettacolo e soddisfazione quasi unanime per Passaggio in India, visto al Teatro Verdi di Pisa, domenica 7 febbraio.


Passaggio in India
di Santha Rama Rau
dal romanzo di Edward Morgan Forster
traduzione Sandro Lombardi
drammaturgia Sandro Lombardi e Federico Tiezzi
regia Federico Tiezzi
con Sandro Lombardi, Graziano Piazza, Giulia Lazzarini, Debora Zuin, Massimo Verdastro, Giovanni Franzoni, Sandro Mabellini, Silvio Castiglioni, Daniele Bonaiuti, Ciro Masella, Fabricio Christian Amansi, Andrea Carabelli, Aleksandar Karlic
scene Francesco Calcagnini
costumi Giovanna Buzzi
luci Roberto Innocenti

da Pisanotizie.it, 8 febbraio 2010