2 marzo 2011

Splendori e miserie del potere



La traduzione delle opere drammatiche di Thomas Bernhard, pubblicate dall’editrice Ubulibri (ad oggi siamo al quinto volume) ne ha ovviamente incentivato la messinscena negli ultimi anni. Più di una compagnia si è così cimentata con le corpose scritture drammaturgiche di un autore fino a quel momento più noto per l’opera narrativa.
Per un teatro che si vuole “di parola”, tragico e musicale, l’approdo alla scrittura di Bernhard è del resto un passaggio quasi obbligato e di certo consigliabile. Archivio Zeta, compagnia decennale ora condotta da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, ha scelto coraggiosamente di lavorare su un testo mai rappresentato come Il presidente (datato 1975) perché, come scrivono, «fa parte delle commedie politiche scritte dal grande autore austriaco. Come sempre nella sua scrittura non si tratta di teatro politico didascalico, non si tratta di indicare soluzioni, ma di provocare nello spettatore, attraverso il ritmo e la reiterazione ossessiva del verso, un sinistro sentore di incertezza, un perturbamento intriso di ferocia e di sarcasmo spesso a tratti di una comicità raggelante». 

Una mano di gelo sembra in effetti essere passata su tutta la scena, arredata con materiali freddi, come la temperatura della luce e come la dissonante e metallica partitura rumoristica che fa da intermezzo ai cinque quadri della pièce. Cinque momenti in cui l’azione è solo una traccia nella memoria di chi parla, un ricordo deformato in un discorso che pare assuefatto all’oratoria da comizio: quella del Presidente, rifugiatosi in Portogallo insieme all’amante/attrice dopo essere sfuggito all’ennesimo attentato da parte degli “anarchici”; e quella della moglie, che dell’attentato ricorda soprattutto la morte del cane di famiglia, unico interlocutore delle proprie esternazioni, visto il mutismo della servile cameriera.
Bianca Francioni (proveniente dalla scuola mimica di Marcel Marceau) e Gianluca Carli ricoprono gli afasici ruoli secondari con pieno controllo e autoironia. Ma la parte più gravosa spetta naturalmente agli interpreti principali, Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, chiamati a gestire gli estenuanti, evolventi, elicoidali monologhi di Bernhard. Vi riescono senza troppi cedimenti: il primo assegna al Presidente tratti di grottesca paranoia neroniana; la seconda fa vibrare i toni queruli e comandatori della moglie come fossero arie di soprano. Le due maschere mostrano l’aspetto pietrificato del potere, un esercizio per il quale, come intuisce lo stesso Bernhard, è necessario non meno talento di quanto sia richiesto all’attore drammatico. Ne è una dimostrazione per immagini la pantomima funebre con cui si conclude la pièce, degna del miglior Buñuel.

Un’ora e quaranta minuti di spettacolo, cautamente ricompensato dal pubblico del Teatro Francesco di Bartolo di Buti, mercoledì 2 marzo.


Il presidente
di Thomas Bernhard
traduzione Eugenio Bernardi – ubulibri
regia Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti
con Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Bianca Francioni, Gianluca Carli
musiche Patrizio Barontini
produzione Archivio Zeta

da Pisanotizie.it, 3 marzo 2011