In una suite di un albergo londinese un ricco uomo d’affari
peruviano, Chispas Bellatin, riceve la visita di Raquel Saavedra, una donna
affascinante che dice di essere la sorella di Pirulo, suo vecchissimo amico. Chispas
e Pirulo non si vedono da trent’anni a causa di una lite che interruppe la loro
fraterna amicizia alla fine dell’adolescenza; è un passato lontano, che Raquel
sembra ricordare benissimo, fin nei minimi particolari, a differenza di
Chispas, sorpreso perfino dall’esistenza della donna, di cui non aveva mai
sentito parlare. Col procedere della conversazione i particolari affiorano
gradualmente: Chispas aveva colpito con un pugno l’amico poiché questi aveva
tentato di baciarlo; aveva poi provato a scusarsi ma Pirulo, umiliato e scosso,
si era negato, ricavando tuttavia da quel momento il coraggio di riconoscere la
propria vera natura e cambiare sesso, diventando Raquel; anche per Chispas l’episodio
non era rimasto senza conseguenze, anzi ne aveva condizionato ossessivamente la
vita sessuale, portandolo a ostentare un’intransigente quanto fasulla omofobia.
Mai del tutto divise, le vite dei due amici tornano a
intrecciarsi in una dimensione illusoria, onirica, alternativa. Al momento
opportuno la pièce di Vargas Llosa scarta infatti verso una narrazione non più
lineare, secondando il gusto tipicamente sudamericano per la finzione, per lo
specchio opaco della psiche, capace di frantumare la realtà e inventare storie
alle soglie della memoria. “È in questo crinale, in questa zona di confine, che
i protagonisti si muovono continuamente, in bilico tra un mondo reale e uno
immaginario altrettanto concreto e vissuto con la stessa intensità della vita
vera”, annota il regista Maurizio Panici.
L’impianto scenografico (opera di Francesco Ghisu), fino a
quel momento inerte, acquista allora consistenza drammaturgica: un velo di
tulle bianco scende a raccogliere le proiezioni della fantasia di Chispas (che
ridicono la storia come fosse quella di un matrimonio felice, poi di un
omicidio messo a tacere); l’illuminazione proveniente dal bovindo a fondo palco
cambia significativamente colore, e infine un ultimo movimento scenico lascia
indovinare una conclusione sorprendente. Il palcoscenico ruota di un quarto di
giro, recuperando una riconoscibile ortogonalità: Pirulo è adesso il compagno
di Chispas, coppia di fatto, oltre che soci in affari.
Germano Mazzocchetti, uno dei primi nomi del jazz italiano,
ha composto per lo spettacolo una serie di musiche originali, brevi incursioni
che arieggiano certo repertorio sudamericano, motivi dolenti alla maniera di Astor
Piazzolla. David Sebasti, nei panni del maturo affarista, e Pamela
Villoresi, che veste Raquel/Pirulo di toni bassi e cedevoli, portano le battute
in maniera non del tutto soddisfacente, nuocendo loro qualche languore
divistico di troppo.
Lo spettacolo (prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese
e Argot in collaborazione col Festival dei Due Mondi di Spoleto) ha tuttavia meritato
al suo debutto, nel luglio scorso, l’apprezzamento di Vargas Llosa, convinto
dalla scelta di un registro ironico, seppur greve e indeciso se virare al noir, e dalla rispettosa interpretazione
del finale, che riporta in commedia il senso della pièce.
Applaudito come si conviene, Appuntamento a Londra ha impegnato per un’ora e mezzo gli
spettatori del Teatro Rossini di Pontasserchio, venerdì 12 aprile.
Appuntamento a Londra
di Mario Vargas
Llosa
traduzione Ernesto
Franco
regia Maurizio
Panici
con David Sebasti
e Pamela Villoresi
scene Francesco
Ghisu
costumi Lucia
Mariani
musiche Germano
Mazzocchetti
luci Emiliano Pona
video Andrea
Giansanti
da Pisanotizie.it, 13 aprile 2010