Nel programma del festival Metamorfosi. Teatro
Politico, complesso e necessario, per dirla con le parole del suo ideatore
Alessandro Garzella, fanno spicco diversi titoli e numerose novità assolute. Naturalmente
un festival che si vuole politico non può che accettare, e forse anche
desiderare, le determinazioni semantiche assai sfumate che l’aggettivo assume
tipicamente. Può capitare pertanto di assistere, nella stessa sera, a due
spettacoli completamente differenti, per struttura, registro e interpretazione
del tema. Gli spettacoli in questione sono Quanto mi piace uccidere (storia
di un politico toscano) e Magnificenza del terrore (Omaggio scenico ad
Antonin Artaud, a oltre 60 anni dalla morte).
Il primo proviene dal connubio rinnovato tra due
compagnie radicate in Toscana, i senesi Egumteatro (Annalisa Bianco e
Virginio Liberti, autori del testo e registi) e i fiorentini Gogmagog (qui
rappresentati dal solo Tommaso Taddei, interprete unico), che finalizzano un
nuovo progetto teatrale comune dopo l’eccellente trittico pirandelliano Questa
sera si recita la nostra fine.
Quanto mi piace uccidere è un monologo pronunciato
da un giovane ed elegante parvenu: l’attacco, a luci aperte, è quello di
un tipico discorso di insediamento, ironicamente ricalcato sull’enfasi vuota
del linguaggio della politica. Immediatamente, ma non inaspettatamente (il
contegno nervoso dell’autopresentazione lasciava prevedere qualcosa), la tirata
del neo-deputato vira verso una deriva psicopatica, in cui lo strazio di una
psiche malata racconta e spiega lo strazio di una violenza cannibalesca
perpetrata sugli animali, sulle donne, sui bambini. Con l’asciutta e a tratti
ridicola oggettività della cronaca nera, il testo si trasforma in una poesia
macabra, che richiede una pronuncia serrata, rapidissima, trascinando con sé un
circuito di verboso delirio, versificato in modo compiaciuto tra allitterazioni,
assonanze e insistite figure retoriche; ma Taddei ha le spalle abbastanza
grosse per sostenere un testo tanto caricato senza alcun aiuto dagli elementi
scenici, quasi assenti.
Il secondo spettacolo è una conversazione corale e caotica
scritta da Enzo Moscato attingendo ad alcuni testi di Antonin Artaud,
testimonianze conclusive e senza speranza, eternate dalla singolarità di un
genio prostrato. Sono le ultime lettere, le ultime conferenze (come quella
tenuta al Vieux Colombier poco prima di morire, nel 1948), messe in situazione
da Moscato e dalla sua compagnia di attori straordinari, o per meglio dire la
sua famiglia di attori, che se ne spartisce le frasi, musicandole (non è facile
ascoltare una voce più penetrante di quella di Enza Di Blasio), ripetendole, consumandole.
La situazione è quella di un consesso di matti, che prende posto sugli spalti
di una gradinata di legno: si radunano i potenti del mondo di ogni epoca per la
cosiddetta Conferenza delle cavie folli, a metà strada tra una seduta
terapeutica e un tribunale inquisitorio. Moscato, a momenti Artaud a momenti
Robespierre, con la sua inconfondibile lingua pasticciata, i suoi occhiali
scuri, le sue mani sempre svolazzanti, si confonde nel tumulto di un impianto visivo
prepotente e rumoroso, saturo della consueta imagerie fatta di costumi
caricati fino a sfiorare il grottesco e continui abbassamenti varietistici.
Impregnate di umori popolari e coltissimi al tempo stesso, le parole di Artaud
sembrano sopravvivere clandestinamente, destinate a una nuova amnesia.
In definitiva, non tutto va a segno in questi spettacoli,
benché potenti e immaginosi, tra i quali fa da trait d’union la patente
di follia attribuita al potere. Quest’ultimo ha anche altri attributi e il
sospetto è che la grana grossa della politica attuale si possa affrontare
meglio con la finezza che con l’eccesso.
Visti giovedì 3 giugno nelle sale del Politeama di
Cascina.
Quanto mi piace
uccidere
(storia di un politico toscano)
testo e regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti
Egumteatro/Gogmagog
testo e regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti
Egumteatro/Gogmagog
con Tommaso
Taddei
produzione Egumteatro/Gogmagog e Festival Metamorfosi La Città del Teatro
Spettacolo sostenuto da Regione Toscana – Sistema Regionale dello Spettacolo
produzione Egumteatro/Gogmagog e Festival Metamorfosi La Città del Teatro
Spettacolo sostenuto da Regione Toscana – Sistema Regionale dello Spettacolo
Magnificenza del
terrore
Omaggio scenico ad Antonin Artaud, a 60 anni
dalla morte
testo, ideazione scenica, regia Enzo Moscato
con Giuseppe Affinito, Tata Barbalato, Salvatore Chiantone, Agostino Chiummariello, Enza Di Blasio, Gino Grossi, Carlo Guitto, Rita Montes, Enzo Moscato, Gianky Moscato, Peppe Moscato,
Mario Santella, Ferdinando Smaldone.
canto scenico Enza Di Blasio
voce fuori campo Salvio Moscato
costumi e allestimento dello spazio Tata Barbalato
assistente costumi Luciano Briante
ricerche e selezione musicale Giankamos
luci Peppe Moscato
produzione Claudio Affinito
testo, ideazione scenica, regia Enzo Moscato
con Giuseppe Affinito, Tata Barbalato, Salvatore Chiantone, Agostino Chiummariello, Enza Di Blasio, Gino Grossi, Carlo Guitto, Rita Montes, Enzo Moscato, Gianky Moscato, Peppe Moscato,
Mario Santella, Ferdinando Smaldone.
canto scenico Enza Di Blasio
voce fuori campo Salvio Moscato
costumi e allestimento dello spazio Tata Barbalato
assistente costumi Luciano Briante
ricerche e selezione musicale Giankamos
luci Peppe Moscato
produzione Claudio Affinito
da Pisanotizie.it, 4 giugno 2010